Storie

Viaggiando ho imparato che io posso essere l’altro e l’altro può essere me

La forza delle “Sheroes” dell’Hangout Cafe ad Agra

di Luca Guzzo

Chiunque visiti l’India e faccia tappa ad Agra parlerà del Taj Mahal, il celebre mausoleo costruito nel 1632 dall’imperatore moghul Shāh Jahān in memoria della sua amata consorte, Mumtāz Maḥal.

 

È una delle sette meraviglie del mondo moderno, simbolo eterno d’amore e grandezza. 

 

Ma nonostante Agra sia una città di oltre due milioni di abitanti e vanti anche la maestosa fortezza in arenaria rossa, la maggior parte dei turisti si ferma solo per ammirare queste icone.

 

Tuttavia, c’è una storia contemporanea di straordinario coraggio che merita di essere conosciuta. Bisogna andare oltre i percorsi turistici tradizionali per scoprire l’Hangout cafè, un piccolo locale situato nel cuore di Agra.

 

Visitare questo luogo significa entrare in contatto con una realtà unica e toccante.

 

Negli anni 2000, una bambina di nome Rupa si svegliò una notte con il volto in preda a un bruciore lancinante. La sua matrigna, gelosa della sua bellezza e dei gioielli che aveva ereditato dalla madre defunta, le aveva lanciato dell’acido sul viso. In India, purtroppo, questa forma di violenza è ancora diffusa. Gli attacchi con l’acido possono avvenire per motivi diversi: rifiuti di proposte amorose, disaccordi matrimoniali o, in alcuni casi, come punizione da parte della famiglia.

 

Spesso, sono gli uomini a compiere questi crimini, colpendo giovani donne e rovinando loro la vita. Il dolore fisico si accompagna a un trauma psicologico devastante, rendendo la reintegrazione sociale un’impresa ardua, soprattutto in assenza di sostegno familiare. Tra il 2014 e il 2018, in India si sono contati quasi 1.600 attacchi con l’acido, e solo di recente il governo ha introdotto leggi più severe per regolamentare l’acquisto di queste sostanze e punire i responsabili.

 

Nel 2013, alcune sopravvissute hanno avviato la campagna “Stop Acid Attacks”, che ha fatto nascere maggiore consapevolezza sul tema e ha spinto per leggi più severe. Un anno dopo, nel 2014, è nato l’Hangout café: un bar-ristorante gestito da donne coraggiose, vittime di attacchi con l’acido.

Questo luogo rappresenta molto più di un semplice spazio di lavoro. 

 

È un rifugio sicuro dove queste donne possono incontrarsi, sostenersi a vicenda e condividere le loro storie con chiunque entri per prendere un caffè o assaggiare i piatti locali. Ogni cliente ha la possibilità di ascoltare il racconto di una sopravvissuta e scoprire il coraggio dietro ogni sorriso.

Il locale ha anche una biblioteca e una bella sezione di vendita di manufatti, molti realizzati dalle vittime stesse.

 

Parlare con loro è stata un’esperienza indimenticabile, vincere la vergogna e abbracciarle e accarezzarle, vedendo il loro volto illuminarsi in uno splendido sorriso, il dono più grande ricevuto.

 

E con esso la loro richiesta di divulgare lo strazio subito, di parlare al mondo e riscattare così la dignità di donna libera di decidere e vivere.