Storie
Viaggiando ho imparato che io posso essere l’altro e l’altro può essere me
X Siempre Lucha
di Luca Guzzo
Hurlingham è uno dei 44 quartieri di Buenos Aires, situato a circa 20 km dalla Casa Rosada, nella periferia della “Gran Buenos Aires” e tra i più poveri della città. Qui, la “Parrilla” – la tipica grigliata argentina – viene spesso preparata direttamente per strada, simbolo di una quotidianità semplice e vivace.
In un pomeriggio d’autunno, il sindacato dei camionisti ha organizzato una speciale “reunion” presso il Club Social y Deportivo, coinvolgendo i lottatori di “X Siempre Lucha”, un club affiliato alla Federación Argentina de Catch. L’obiettivo? Avvicinare i numerosi bambini del quartiere alla lucha libre, e offrire loro un’alternativa alla strada, con i suoi pericoli costanti.
In Sud America, più del calcio, è la lucha libre – o lotta libera – a conquistare il cuore dei bambini. Nata in Messico negli anni Trenta e poi diventata un vero e proprio business negli Stati Uniti con il nome di “Wrestling”, questa disciplina rimane molto popolare nei quartieri popolari del sud America, dove i bambini possono vedere e toccare con mano i loro idoli, i luchadores. Questi atleti spesso lottano indossando una “máscara” (maschera) o costumi che ne accentuano il personaggio. Le palestre e i circoli locali ospitano veri e propri tornei, in cui i campioni si affrontano in combattimenti rapidi e spettacolari, con un’atmosfera di grande eccitazione.
Anche se robusti, i luchadores sono atleti incredibilmente agili, capaci di eseguire mosse aeree spericolate su un ring elastico che, pur ammortizzando parzialmente le cadute, rende ogni scontro scenografico e impressionante. Le vittorie possono arrivare per schienamento, dopo circa dieci secondi, o per sottomissione decretata dall’arbitro. Tuttavia, l’arbitro in questo tipo di incontri è spesso una figura ambigua, capace di influenzare l’esito del match con decisioni clamorose che possono ribaltare il corso dello scontro.
In questa “reunion”, l’arbitro era nientemeno che il leggendario “Dr. Jamaika”, alias Jorge Hernan Quinteros, famoso per le sue interpretazioni fuori dalle righe. I luchadores si conoscono molto bene, e oltre a combattere, recitano un vero e proprio copione durante i match, eseguendo mosse e gesti che i bambini seguono e imitano con entusiasmo. I loro idoli non sono solo atleti, ma veri e propri eroi a portata di mano.
Ogni luchador ha un nome che riflette il suo personaggio: “La Mosca” è agile e scattante, “Mugre el Camionero” un vero gigante che incute timore, mentre alcuni come “Tito Moran” interpretano più di un ruolo. Tra i più celebri troviamo “Torticolis”, “Diego el Cumbiero”, “Venancio Salazar” alias “El Gaucho Argentino” e il temibile “Rotwailer”. Ma nessuno supera in popolarità il “Campeón del Pueblo”, Vicente Viloni, una vera icona in Argentina e in tutto il Sud America.
È stato un pomeriggio di festa, sport e un’atmosfera unica, difficile da dimenticare.
Una giornata in cui la lucha libre ha unito una comunità, regalando ai bambini un sogno e un modello da seguire al motto del:
Si luchas puede perder, si no lucha estas perdido!